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Con rispetto per i diritti di copyright.. nessuno lo nega...ho inserito la musica che più calzava al contenuto .. e ringrazio ... il video pertanto è integro ...Splendida scoperta questa poesia di Carducci _ a me ha fatto commuovere. Enjoy :o)***Nonostante le cadenze fortemente classiche del verso e l'aria(atmosfera) aulica del componimento stesso (ricco di figure retoriche, ripetizioni e punteggiatura) vediamo in Ruit Hora un Carducci straordinario pittore in versi della natura e del paesaggio. Siamo al tramonto (fiammante vespro), una scena isolata presso un vigneto (nella pergola) in alto; il .. mare la giù è leggermente mosso - il boschetto di pini sospinti da una nenia di brezza che al poeta pare quasi una melodia - quai canti quei pini cantano? col poeta che inganna il tempo con un calice di vino e la sua amata accanto.Cogliere la peculiarità di questo momento è, per certi aspetti, un godimento estetico ed estatico scaturente da una visioni di distese solitudini, di silenzi pacati, di luce intensa e vitale. Pare il tempo immobile e fisso - è il momento in cui quest'uomo, non più tanto giovane, si rispecchia e riflette nel Lieo calice (il vino) e parla alla sua amata Lidia. A lei sono rivolte le domande principali, a lei è riferita la voce del poeta e chiede, a lei, risposte. Ma sono domande retoriche: cosa cantano mai i pini e che gemiti manda il mare, ecc. Non è la risposta che attende il poeta. È il fascino del momento che vuole cogliere e ritrarre, immortalandolo. È sereno (la solitudine non è né cupa né grigia); il poeta è nella verde solitudine, accenno non solo all'ambiente certamente, ma soprattutto al desiderio crescente (verde) di immergersi in quella pace che trova fra i suoi pensieri e, in questo caso, con noi e la sua poesia mentre scrive. Ebbene sì, anche quella di ritrovare pace fra le braccia di Lidia è una solitudine piena di attese, di speranze, verde, appunto. Comunque, è da sottolineare che il colore dominante non è il nero, come è solito nel poeta, ma è il rosso del tramonto (fiamma vespertina), del vino che il poeta resta a lungo ad osservare nel suo gioco di luce riflesso dal sol calante e nell'accenno di oro riflesso nel calice. Il rosso è presente nel riferimento diretto al vino, ma anche nell'idea del tramonto cui stiamo assistendo. Peraltro la passionalità della voce dell'intero poema è segno del rosso fuoco ardente del desiderio che provoca nel poeta il bisogno di scrivere i versi. Seppure vi è una nota ripetuta, di bianco contrastato al nero, è in relazione alla sua amata. Quasi fosse una cosa a parte ed infatti è così. Lei è fior de l'anima il suo microcosmo; intorno a loro è il resto del mondo. In effetti è fra le nere chiome di Lidia, di bianca Lidia che langue la rosa (simbolicamente, sarebbe lui) e lei è portatrice di ristoro per il poeta. Infonde in lui nuova forza, lo incendia, con tempra d'amor. In un certo senso gli ridona vita. L'attesa è ansiosa. Il tedio che è altro moto caratteristico di Carducci, non è presente qui. Il poeta è attivo, come se volesse inebriarsi di Lidia, mentre cresce l'ombra e li fascia (gli occhi del poeta), il poeta si rivolge alla sua amata - Lieo dator di gioia" (Lidia), io chiedo gli occhi tuoi, per conforto. Anzi, seppure il poeta langue - Iperion precipita, mentre precipita l'ora (Ruit Hora), chiede con enfasi quasi erotica .. o bocca rosea, schiuditi.. alla sua amata, o fior de lanima .. chiedo gli occhi tuoi .. chiedo i baci tuoi..