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Paure, Fobie-------------, e dintorni

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giovyt
view post Posted on 27/5/2009, 19:15




PAURE, FOBIE E DINTORNI


Leggendo sui giornali articoli riguardanti persone che soffrono di malattie psicosomatiche o di strane fobie, la prima reazione che abbiamo è generalmente un senso di estraneità alla vicenda, come se la cosa non potesse mai aver nulla a che fare con la nostra vita privata.

Tutti sono convinti di rientrare nella "normalità" e guardano con una punta di sospetto il vicino di casa depresso o il collega di lavoro eccessivamente puntiglioso... senza dar mai alcun peso alle proprie piccole manie ossessivo-complusive (tipo controllare tre volte di aver puntato la sveglia prima di andare a dormire, assicurarsi ripetutamente di aver chiuso la porta di casa o il gas... ma anche irritarsi nel trovare il tubetto di dentifricio schiacchiato al centro o nello scoprire che cd e dvd non sono in perfetto ordine alfabetico !!!).

La società in cui viviamo a poco a poco ci sta facendo impazzire, e ci abitua (o dovrei dire addomestica?) a considerare naturali degli atteggiamenti e delle reazioni che tali non sono. Esiste tutta una serie di comportamenti che reiterati nel tempo vengono considerati dalla comunità medico-scientifica alla stregua di altre malattie ben più comuni.

Vi propongo un elenco sintetico che cita solamente alcune di esse: leggendole scoprirete di non essere poi così "normali" ... ma non è necessario correre a prenotare una visita dallo psichiatra: pare che il 37% della popolazione europea sia affetto da almeno una di queste patologie.

ablutofobia paura di fare il bagno
acluofobia paura del buio
acusticofobia paura del rumore
acrofobia paura dei luoghi elevati
agorafobia paura degli spazi aperti
ailurofobia paura dei gatti
alectorofobia paura dei polli
allodoxafobia paura delle opinioni degli altri
amatofobia paura della polvere
androfobia paura degli uomini
anemofobia paura del vento
apifobia paura delle api
aracnofobia paura dei ragni
aurofobia paura dell'oro
automisofobia paura di essere sporchi
aviofobia paura di volare
bhacillofobia paura dei microbi
bibliofobia paura dei libri
bufonofobia paura dei rospi
carcinofobia paura di ammalarsi di cancro
catisofobia paura di sedersi
chemofobia paura dei composti chimici
chinofobia paura della neve
colerofobia paura della collera
crometofobia paura dei soldi
cromofobia paura dei colori
cibofobia paura del cibo
cinetofobia paura del movimento
cinofobia paura dei cani
claustrofobia paura degli spazi chiusi
climacofobia paura delle scale
coprofobia paura delle feci
coulrofobia paura dei clown
ciclofobia paura della bicicletta
decidofobia paura nel prendere decisioni
dendrofobia paura degli alberi
dentofobia (o odontofobia) paura del dentista
dermatofobia paura delle lesioni della pelle
didascaleinofobia paura della scuola
dichefobia paura della giustizia
dipsofobia paura di bere
disabiliofobia paura di spogliarsi di fronte a qualcuno
dromofobia paura dei mezzi di locomozione
dismorfofobia paura di non avere un aspetto normale
ecclesiofobia paura delle chiese
eisoptrofobia paura degli specchi o di vedervisi riflessi
electrofobia paura dell'elettricità
eleuterofobia paura della libertà
eliofobia paura del sole
emetofobia paura del vomito
emofobia paura del sangue
enofobia paura del vino
entomofobia paura degli insetti
equinofobia paura dei cavalli
eremofobia paura della solitudine
ergofobia paura del lavoro
ereutofobia (o eritrofobia) paura di arrossire
erpetofobia paura dei rettili
eufobia paura di sentire buone notizie
falacrofobia paura di diventare calvo
farmacofobia paura delle medicine
filofobia paura di innamorarsi
fobofobia paura delle fobie
fonofobia paura dei rumori
frigofobia paura del freddo
gamofobia paura del matrimonio
gefirofobia paura nell'attraversare i ponti
glossofobia paura di parlare in pubblico
gimnofobia paura della nudità
ginofobia paura delle donne
iatrofobia paura del medico
idrofobia paura dell'acqua
ittiofobia paura dei pesci
keraunofobia paura dei tuoni
leucofobia paura del colore bianco
mastigofobia (o rabdofobia) paura delle punizioni
melofobia paura della musica
menofobia paura delle mestruazioni
micofobia paura dei funghi
musofobia paura dei topi
necrofobia paura della morte
nefofobia paura delle nubi
neofobia paura delle novità
nictofobia paura della notte
nosocomefobia paura degli ospedali
odinofobia paura del dolore
ofidiofobia paura dei serpenti
oicofobia paura della casa
ombrofobia paura della pioggia
ommetafobia paura degli occhi
omofobia paura dell'omosessualità
ornitofobia paura degli uccelli
pagofobia paura del ghiaccio
papafobia paura del papa
papirofobia paura della carta
parassitofobia paura dei parassiti
patofobia paura delle malattie
pedofobia paura dei bambini
pirofobia paura del fuoco
plutofobia paura della ricchezza
radiofobia paura delle radiazioni
sciofobia paura delle ombre
scolecifobia paura dei vermi
scotomafobia paura di diventare ciechi
scriptofobia paura di scrivere in pubblico
selenofobia paura della luna
sfecsofobia paura delle vespe
siderodromofobia paura dei viaggi in treno
siderofobia paura delle stelle
staurofobia paura dei crocifissi
stenofobia paura degli spazi stretti
simmetrofobia paura della simmetria
tacofobia paura della velocità
tafofobia paura dell'essere sotterrato vivo
tecnofobia paura della tecnologia
talassofobia paura del mare
tanatofobia paura della morte o di morire
termofobia paura del caldo
tossifobia paura di essere avvelenati
triscaidecafobia paura del numero 14
tripanofobia paura delle iniezioni
tropofobia paura del muoversi, del cambiare luogo
uranofobia paura del cielo
urofobia paura dell'urina
vaccinofobia paura delle vaccinazioni
venustrafobia paura delle belle donne
verbofobia paura delle parole
xantofobia paura del colore giallo
xenofobia paura degli stranieri
zoofobia paura degli animali

 
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giovyt
view post Posted on 4/6/2009, 14:21




Diagnosi di Fobia Specifica


La fobia specifica (precedentemente denominata fobia semplice) è definita attraverso il seguente set di criteri diagnostici (DSM-IV):

A) Paura marcata e persistente, eccessiva o irragionevole, provocata dalla presenza o dall'attesa di un oggetto o situazione specifici (es. volare, altezza, animali, ricevere un'iniezione, vedere sangue).

B) L'esposizione allo stimolo fobico (o fobigeno) quasi invariabilmente provoca una risposta ansiosa immediata, che può prendere forma di attacco di panico situazionale o sensibile alla situazione. (nei bambini l'ansia può essere espressa piangendo, con scoppi di ira, con irrigidimento, o con l'aggrapparsi a qualcuno)

C) La persona riconosce che la paura è eccessiva o irragionevole. (nei bambini questa caratteristica può essere assente)

D) La situazione (o le situazioni) fobica viene evitata oppure sopportata con intensa ansia o disagio.

E) L'evitamento, l'ansia anticipatoria o il disagio nella situazione (o situazioni) temuta interferiscono significativamente con le normali abitudini della persona, con il funzionamento lavorativo (o scolastico) o con le attività o relazioni sociali, oppure è presente marcato disagio per il fatto di avere la fobia.

F) Negli individui al di sotto dei 18 anni la durata è almeno di sei mesi.

G) L'ansia, gli attacchi di panico o l'evitamento fobico associati con l'oggetto o situazione specifici non sono meglio giustificabili da un altro disturbo mentale.

Lo psicologo dovrà inoltre specificare il tipo di fobia specifica:

Fobia Tipo Animali: questo sottotipo di fobia specifica dovrebbe essere specificato qualora la paura fosse provocata da animali o insetti. Questo sottotipo esordisce generalmente nell'infanzia.

Fobia Tipo Ambiente Naturale: se la paura viene provocata da elementi dell'ambiente naturale (es. fobia dei temporali, delle altezze, dell'acqua,...). L'esordio di questo tipo di fobia avviene in genere nell'infanzia.

Fobia Tipo Sangue-Iniezioni-Ferite: specificare se la paura viene provocata dalla vista del sangue o di una ferita, o dal ricevere un'iniezione o da altre procedure mediche invasive. E' un sottotipo di fobia con elevata familiarità, ed è spesso caratterizzato da un'imponente risposta vasovagale.

Fobia Tipo Situazionale: specificare se la paura viene provocata da una situazione specifica, come trasporti pubblici (fobia autobus, metropolitana, tram,...), tunnel e gallerie, ponti, ascensori, volare, guidare, o luoghi chiusi. Questo sottotipo ha una distribuzione dell'età di esordio bimodale, con un picco nell'infanzia ed un altro picco verso i 25 anni. Questo sottotipo sembra simile al disturbo di panico con agorafobia dal punto di vista della distribuzione tra i sessi, la condizione familiare e l'età di esordio.

Altro Tipo di Fobia: specificare "fobia altro tipo" se la paura viene provocata da altri stimoli. Questi stimoli possono includere: la paura o l'evitamento di situazioni che potrebbero portare a soffocare, vomitare o contrarre una malattia; la fobia dello spazio (cioè la persona ha paura di cadere giù se è lontano da muri o altri mezzi di supporto fisico) ed il timore nei bambini dei rumori forti o dei personaggi in maschera.


Comprensione del Funzionamento del Paziente Fobico
Spesso leggiamo elenchi interminabili di fobie fobie come acrofobia (paura delle altezze), rupofobia (paura del contatto con lo sporco), eritrofobia ed ereutofobia (paura di arrossire o del rossore facciale) , claustrofobia (paura dei luoghi chiusi), misofobia (paura dei germi), cinofobia (paura dei casi), aracnofobia (paura dei ragni), ofidiofobia (paura dei serpenti) e chi più ne ha...
Questo elenco potrebbe davvero essere infinito perché l'oggetto fobigeno, ovvero l'oggetto o la situazione che creano lo stato di eccessiva ansia e preoccupazione e che, nella maggior parte dei casi, porta la persona a trovare strategie per poterlo evitare, può essere "qualsiasi cosa", anche un pensiero, una parola oltre che oggetti, animali, persone e situazioni specifiche.
In psicologia emotocognitiva il nucleo della questione non è comprendere le cause del problema ma capire ciò che attualmente continua a mantenere la fobia, ovvero quali comportamenti, quali azioni e pensieri sono alla base del suo mantenimento indipendentemente da ciò che l'ha generata la prima volta.
La persona che ha una fobia specifica a volte crede che la propria paura sia assurda, spesso si vergogna di sentirsi così. Capita quindi che inizino pensieri pessimistici, sensazioni di impotenza o incapacità fino a veri e propri stati depressivi.
Questo avviene quando ogni tentativo di curare in modo autonomo la propria paura, ovvero di cercare di sopportare l'ansia che genera fallisce.
Si crea ciò viene comunemente definito "circolo vizioso" che alimenta, anziché risolvere, il problema e che in psicologia emotocognitiva definiamo "loop disfunzionale". Tale loop disfunzionale si instaura per colpa di un processo che porta la persona a soffrire in anticipo dell'ansia relativa all'oggetto della fobia e che si definisce appunto "ansia anticipatoria" o più popolarmente "paura della paura".
Uno dei comportamenti più comuni è quello di tentare di evitare l'oggetto o la situazione fobigeni o cercare di controllare l'ansia, la paura o gli stessi stimoli che generano la sensazione d'ansia o vere e proprie crisi di panico. Comunemente le persone che soffrono di fobie descrivono l'attacco di panico associato allo stimolo fobigeno come una crisi isterica, crisi nervosa e così via.
Non tutte le fobie però si limitano ad oggetti facilmente evitabili. Alcune situazioni sono difficili da evitare e la persona si sente spesso imbarazzato evitando così anche le relazioni sociali e/o limitando le proprie attività (accade spesso quando le fobie sono situazionali, legate a luoghi, persone o mezzi di trasporto). L'imbarazzo per il proprio problema o la sola idea che la nostra paura possa essere assurda, non permette nemmeno alla persona di chiedere l'intervento di uno psicologo.
Molti pazienti dichiarano che non credono che lo psicologo possa aiutarli davvero ma, attualmente, il trattamento psicologico è il mezzo più efficace, più breve e soprattutto non farmacologico per la risoluzione di quasi ogni forma fobica e fobico-ossessiva.

Nella maggior parte dei casi chi soffre di fobie specifiche "non ha ha" una sola fobia (monofobia) ma più fobie nello stesso tempo ed in genere un elevato stato di ansia in molte situazioni che potrebbero rivelarsi imbarazzanti. Anche in questo caso, come spesso accade per le situazioni d'ansia, sono molte le persone che fanno uso di farmaci ansiolitici. A volte però accade cha la persona abbia anche paura dei farmaci credendo quindi che la cura del suo problema sia impossibile.

Terapia Psicologica delle Fobie in Psicologia Emotocognitiva
La terapia psicologica secondo l'approccio della psicologia emotocognitiva, che ricordiamo non utilizza farmaci, è, nella maggior parte dei casi breve e mirata alla remissione del sintomo e rappresenta uno degli strumenti più efficaci per poter risolvere o migliorare la propria situazione di disagio in tempi brevi e con altissime aspettative di efficacia. Per una fobia specifica la terapia è piuttosto breve (lo sblocco della situazione avviene in genere entro un massimo di dieci sedute).
Dopo un processo di valutazione del funzionamento globale del paziente con fobia specifica lo psicologo definirà i tempi per il trattamento ed i risultati che ci si aspetta. Se il trattamento non produce effetti, ma questo succede soltanto in percentuali molto basse, quasi rare, lo psicologo interromperà la terapia proponendo, se richiesto, un altro professionista od un altro metodo. Ma nella maggior parte dei casi, come abbiamo già detto, tutto questo non sarà necessario. L'efficacia della terapia psicologica delle fobie specifiche è elevatissima.
Il trattamento psicologico, secondo la psicologia emotocognitiva, è quindi orientato alla risoluzione dei processi che mantengono il disturbo, ovvero alla rottura del "loop disfunzionale", del circolo vizioso che alimenta o potrebbe cronicizzare il problema.

Lo psicologo ad orientamento di psicologia emotocognitiva non utilizza metodologie di esposizione allo stimolo fobigeno per la terapia delle fobie ma delle tecniche specifiche di comunicazione che mirano ad interrompere il circolo vizioso disfunzionale. Si chiede infatti l'aiuto del paziente stesso sia per valutare che per risolvere il problema. L'obiettivo è la risoluzione delle fobie in tempi brevi associata ad un incremento del senso di volizione.

Ai pazienti che ad esempio dichiarano che non entreranno mai in contatto con un insetto, come un ragno, una mosca, una cimice, un'ape od una vespa perché questi insetti producono senso di nausea, ribrezzo e in generale schifo, lo psicologo ricorderà che il senso di schifo può anche rimanere (non è una patologia) ma quella che verrà ripristinata è la libertà della persona di evitare gli insetti soltanto perché fanno schifo e non perché producono crisi d'ansia e attacchi di panico.

L'intervento psicologico mira a eliminare la fobia e la crisi associata all'entrare in contatto con oggetti, pensieri o situazioni temute al fine di rendere libera la persona di vivere la propria vita così come vorrebbe.

Quando una persona evita situazioni che altrimenti avrebbe ricercato, quando iniziamo a rinunciare a ciò che ci piace, a quello che vogliamo per colpa di una fobia, stiamo rinunciando alla nostra libertà di scelta. L'intervento psicologico ha come obiettivo proprio quello di rendere la persona finalmente libera di vivere la propria vita. Una fobia può diventare molto invalidante ma fortunatamente oggi abbiamo a disposizione terapia psicologiche davvero efficaci in tempi realmente molto brevi.

a cura del
Dott. Marco Baranello
 
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giovyt
view post Posted on 10/7/2009, 15:27




LE FOBIE

"Fobia" viene dal greco phobia. Nella lingua italiana tale termine significa "avversione morbosa contro qualcuno o qualcosa, paura istintiva, ripugnanza". Non necessariamente una fobia richiama situazioni patologiche. Si può, ad esempio, avere avversione per gli stranieri ed essere dunque xenofobi, il che potrebbe essere discutibile a livello sociale e politico, ma non certo a livello di psicopatologia, a meno che la xenofobia non diventi un'idea ossessiva che porti all'attuazione di comportamenti socialmente inaccettabili, riprovevoli o devianti. In termini psicologici una fobia è una paura interna, non giustificata cioè da una reale minaccia. La situazione tanto temuta da chi soffre di fobie non ha in sé alcun significato dannoso. Si pensi all'ascensore o alla metropolitana, al pelo del gatto o alle normali frequentazioni fra amici: tutte situazioni che riguardano la nostra quotidianità, con cui milioni e milioni di persone si confrontano senza subire danni o tormenti psicologici. Ebbene, per una minoranza di persone, che sono comunque tante, avere a che fare con oggetti o circostanze simili può essere motivo di forti reazioni ansiose. La fobia e l'ansia cessano immediatamente in assenza della situazione-stimolo, e la persona torna a comportarsi normalmente, seppure costantemente in allarme per il timore del ripresentarsi dell'oggetto della sua paura.

Fobie e pratica clinica.
Questo tipo di disturbo è fra i più frequenti della pratica clinica. La prima volta che il termine fobia apparve nella letteratura scientifica fu nel 1871, a opera di Westphal, che ne trattò descrivendo un caso di agorafobia (paura della piazza). Sono state da allora individuate circa duecento fobie, che si distinguono a seconda del tipo di oggetto o situazione temuta. L'agorafobia, la fobia sociale e il disturbo da attacchi di panico sono le forme cliniche più frequenti, mentre i soggetti interessati sono soprattutto le donne, in un rapporto di 1 a 2. Alcune fobie sono molto precoci, riguardano il periodo adolescenziale e generalmente vengono poi superate. E' il caso della fobia sociale, della fobia della scuola, della dismorfofobia (paura di non avere un aspetto normale), che compaiono tra i 15 e i 17 anni. Le altre fobie si manifestano invece intorno ai 25 anni. Le fobie più comuni riguardano oggetti, luoghi, esseri viventi e fenomeni organici di varia natura. Tra gli oggetti più temuti sono l'acqua, il fuoco e altri utensili capaci di far del male agli altri (coltelli); i luoghi oggetto di una fobia possono essere sia quelli aperti, come strade o piazze (agorafobia), sia quelli chiusi, come gli ascensori o le cantine (claustrofobia), oppure luoghi da cui si può cadere nel vuoto, come ponti o finestre (acrofobia), o viaggi in treno (siderodromofobia); molto temute sono inoltre le folle o le comitive di persone (fobia sociale), insieme ad alcuni animali, fra cui principalmente ragni, topi e serpenti (zoofobia); infine riguardare alcuni fenomeni organici, quali ad delle malattie (nosofobia) o la paura di diventare rossi (ereutofobia).

La sintomatologia fobica.

Il soggetto fobico è esasperato dalle continue sensazioni di apprensione e di tensione a livello cognitivo, e dal conseguente stato di attivazione del sistema nervoso. A livello somatico il maggiore coinvolgimento riguarda l'apparato cardiovascolare (tachicardia, palpitazioni),respiratorio (fame d'aria, tosse nervosa), gastrointestinali (nausea, vomito,dolori addominali), urogenitale (impotenza, vaginismo) locomotore (tensione muscolare, tremori). Altri disturbi riguardano il sonno (difficoltà nell'addormentarsi, incubi, sonno agitato). Le capacità di rendimento diminuiscono, vi è tendenza all'affaticamento e all'astenia, poca capacità di concentrazione e di memoria.

Fobie e ossessioni.
Freud in un articolo del 1895 parlò per primo delle affinità e delle differenze fra ossessioni e fobie e, nel 1909, in seguito al caso del suo giovane paziente Hans, che era afflitto dalla fobia per i cavalli, formulò l'ipotesi che nella fobia vi fosse anzitutto un evitamento di tipo sessuale. Nel citato articolo, Freud sosteneva che nella stessa persona fosse possibile il passaggio dalla fobia alla ossessione o la coesistenza di entrambe. Infatti se il fobico, evitando gli eventi o le situazioni che stimolano la sua fobia, si protegge contro l'angoscia e ritrova la tranquillità (anche se relativa, in quanto le circostanze temute non sono sempre evitabili), non è così per l'ossessivo, che è invece continuamente afflitto non tanto dalle situazioni esterne, ma dalle sue idee fisse, dalle sue stesse immagini mentali terrorizzanti e dalle sue strane fantasie, che non lo lasciano mai. Lo sfondo comune fra fobie e ossessioni è la limitazione, totale o parziale, della libertà di pensiero, di azione, di volontà, e per questo si parla di sintomi costrittivi, coatti. Sia il soggetto fobico che quello ossessivo sono in preda a una continua lotta contro ciò che genera in loro la paura; si arrovellano interiormente sui loro problemi e sulle possibili soluzioni a essi, il che assorbe buona parte delle loro energie. Le ossessioni più comuni riguardano pensieri di violenza, di contaminazione, di dubbio. Un'idea ossessiva può inoltre generare una compulsione, cioè un rituale specifico funzionale alla neutralizzazione dell'angoscia. Le più comuni compulsioni riguardano i comportamenti del toccare, contare, lavarsi ripetutamente. Tante persone sono preda di ossessioni-compulsioni (si pensi alla necessità di fare le corna di fronte al passaggio di un gatto nero per un soggetto cosiddetto superstizioso), ma se queste sono troppo forti e distuttive per chi le vive possono diventare causa di disadattamento e sofferenza.

Il vissuto fobico.
Chi soffre di fobie generalmente non si sente compreso dagli altri, che possono essere anche molto critici nel giudicare i suoi comportamenti bizzarri, immotivati, assurdi, ridicoli. Eppure, anche fra le persone "normali" sono spesso presenti comportamenti fobico-ossessivi, che però vengono socialmente accettali o tollerati. Si pensi al ricorso alla superstizione, al tentativo di interpretare i segni del destino, agli scongiuri eccetera. La differenza non è nella qualità del comportamento bizzarro, ma nella dipendenza o meno che si ha da esso. Un soggetto fobico può soffrire per il proprio disturbo anche per diversi anni e può accumulare in se fobie di diverso contenuto. I sintomi provati peggiorano se vengono vissuti in luoghi o situazioni poco familiari, dove si teme di non ricevere eventuali soccorsi o di fare delle brutte ligure. In genere le persone che soffrono di questi disturbi sono perfettamente consapevoli dell'assurdità dei propri timori, ma incapaci di superarli con la sola forza di volontà.

Le reazioni degli "altri".
Nella nostra cultura, ma anche in altre, la paura è un sentimento valutato assai negativamente: denota debolezza, impotenza, mancanza di autocontrollo. Se la paura viene giudicata "realistica" è abbastanza tollerata, ma se non lo è, come nel caso della fobia, essa viene considerata come un deprecabile atteggiamento o addirittura un "vizio". Chi manifesta strani timori, considerati normalmente immotivati, viene spesso invitato a un maggiore sforzo personale per controllare le sue paure e le sue reazioni emotive, il che può ingenerare degli stati depressivi o il tentativo di superare il problema negandolo, provocando così la sua interiorizzazione e persistenza.
 
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2 replies since 27/5/2009, 19:15   1076 views
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