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E' morto Miguel Vitulano, Bandiera amaranto

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Clicklivorno
view post Posted on 24/2/2009, 21:22




E' morto per un infarto, intorno alle 14,30, Miguel Vitulano, storico bomber del Livorno. Aveva 58 anni: lascia la moglie e tre figlie. I funerali ci saranno mercoledì 25 Febbraio alle 10,30 alla chiesa di Sant'Agostino
Il grande cuore di Miguel Vitulano malandato, affaticato, ma grande davvero ha cessato di battere.
Miguel, l’eroe dei sogni di tanti ragazzini di trent’anni fa appassionati di pallone e innamorati della maglia amaranto, non c’è più. Gli è stata fatale l’ultima corsa, a 58 anni non ancora compiuti. Quando è rientrato a casa e stava per fare la doccia ha detto alla moglie di sentirsi troppo stanco. Erano i primi segni dell’infarto. Che non ha perdonato. E’ passato pochissimo tempo: la telefonata all’ambulanza, la corsa in ospedale, i disperati tentativi di salvargli la vita. Hanno provato il massaggio cardiaco, più d’una volta. Ma non c’è stato niente da fare. Vitulano è morto poco dopo le 14. Miguel Vitulano è stato molto di più di un attaccante capace di far gol, molto più di un calciatore, molto più di un amico. E’ stato un vero signore, di quelli che si vedono sempre più raramente in giro. «Troppo bravo per poter circolare ancora in un certo calcio», diceva Alberto Lazzerini, che ieri pomeriggio si è precipitato alla camera mortuaria dell’ ospedale, dove in molti aspettavano, insieme alla famiglia, che la salma fosse esposta.
Hanno dovuto attendere molto, perché il cuore di Miguel è stato grande fino in fondo: la famiglia ha autorizzato l’espianto delle cornee, che è stato effettuato subito dopo il decesso. Fuori, la moglie di Miguel, la signora Susanna, insieme alle figlie Nadia e e Caterina, in contatto con l’altra figlia Carina, che dal padre ha ereditato la passione per il calcio e da anni fa l’arbitro ad alti livelli, ricevevano l’abbraccio di amici e conoscenti. A Miguel, la figlia Nadia aveva regalato il quarto nipotino proprio pochi giorni fa. Nicola è nato giovedì scorso. «Mio padre era un po’ scosso, anche dopo le vicissitudini del parto di mia sorella. Aveva bisogno di distendersi ed è andato a correre racconta Caterina aveva ripreso anche a giocare, dopo l’intervento che aveva avuto al cuore. Non ci credo ancora, non è giusto, non è proprio giusto...». Quando aveva smesso di giocare, Vitulano aveva cominciato a lavorare come informatore scientifico. Faceva il rappresentante di medicinali: anche in quest’ambiente i suoi amici erano molti. Come ai Pancaldi, dove d’estate c’era ancora la possibilità di vederlo giocare nel gabbione. Determinato e gentile, come al solito: era impossibile non volergli bene.
«La sua passione vera - dice ancora Caterina - era il Livorno. A quella maglia e a quella società era attaccatissimo. Aveva a cuore soprattutto il rapporto con i tifosi, con la gente “normale” che va allo stadio. Era a loro che teneva in modo particolare. Ora spero soltanto che qualcuno gli porti una sciarpa amaranto. Sono sicuro che l’avrebbe desiderato». La famiglia non chiede fiori ma donazioni al reparto di cardiologia, dove Miguel si faceva curare. «Sì, quando si rendeva conto che non era più un giovanotto andava dal dottore...», sorride per un attimo Caterina, straziata dal dolore come tutti i suoi familiari. Anche lei fa il tifo per il Livorno. Anche lei sa che dietro l’addio che suo padre ha dato al Livorno qualche mese fa c’è un trattamento che il bomber gentiluomo non avrebbe meritato. E anche lei avrà sentito un sacco di volte il racconto della fiondata del 22 aprile 1979 che Miguel scagliò nella rete del Pisa, all’Arena Garibaldi. Quel gol, segnato quattro anni prima che lei nascesse, lo fece entrare nel cuore dei tifosi amaranto, che cantavano a squarciagola: «Mamma mamma lo sai chi c’è ... è arrivato Vitulano, è arrivato da lontano... per segnare tanti gol...».
Lui ascoltava e metteva in campo tutta la forza che aveva. E fuori, occupandosi del settore giovanile, faceva attenzione a crescere ragazzi con la schiena dritta, capaci di affrontare il calcio e la vita da persone perbene. Miguel Vitulano, c’è da esserne certi, la gente non lo dimenticherà. Domani mattina alle 10,30 la chiesa di Sant’Agostino sarà piena di livornesi, per i funerali. E ieri sera lo hanno ricordato anche a Pisa, con un minuto di silenzio prima del match con la Salernitana, la squadra che nel 1976 lo cedette al Livorno. L’onore delle armi. Era il minimo.
Nel Livorno degli Spinelli, dei Ceravolo e dei Pieroni, per i Vitulano non c’è spazio. Ma il posto nel cuore di tutti i tifosi amaranto, caro Miguel, non te lo toglierà mai nessuno.

 
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