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IL DONO

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Clicklivorno
icon12  view post Posted on 23/5/2007, 19:05




Un “anarchico fuori dal pollaio”, uno spirito libero che crede nelle sue canzoni: così si definisce Renato Zero presentando a Roma “Il dono“
Scrivere una canzone è come un parto cesareo”, ammette l’artista: “Ci metto molto impegno. E quello che faccio è un dono per il pubblico. A volte regaliamo solo per apparire, c’è poca sostanza. L’unico regalo è la musica, e mette d’accordo tutti”. Il problema, secondo Renato Zero, sono i mezzi attraverso cui la musica arriva al pubblico. Nella canzone “Radio o non radio” accusa le emittenti radiofoniche di essere omologate, di non essere più libere come nel passato. “C’è molta nostalgia da parte mia. Perché in radio non passano più canzoni che fanno parte della tradizione di casa nostra? Si sentono Leonard Cohen, Bob Dylan e viene snobbato Sergio Endrigo. Mi fa tristezza che sia morto, che se ne sia andato portandosi via il segreto dei suoi ingredienti musicali. Nessuno lo ricorda. Se non c’è consapevolezza delle nostre radici rimarremo sempre nel copia-incolla della musica di oggi, nei loop, nelle ripetizioni, nel cimitero dell’invenzione. Le radio non fanno più ascoltare i grandi della nostra musica e questo non permette ai giovani musicisti di raggiungere le vette toccate, per esempio, da De Andrè o Endrigo”. E l’invettiva non finisce qui: “La promozione è troppo condizionata dal budget: c’è chi ha i soldi da spendere per un video ben confezionato e chi no. Io penso che il disco dovrebbe bastare per consegnare l’artista al giudizio del pubblico. Credo che tra l’artista e il pubblico dovrebbe esserci un rapporto 'senza preservativo', un amplesso pelle a pelle”.
I temi del disco sono vari, dall’immigrazione in “Dal mare”, alla masturbazione in “Fai da te”, e all’amore in generale in “La vita è un dono”, brano dedicato alla nipotina Virginia e a Karol Wojtila. “Il mio ispiratore”, ammette Zero a proposito di Giovanni Paolo II: “E’ stato per me come un padre in senso universale. Poco prima che morisse avevo rilasciato un’intervista esprimendo la mia amarezza per la malattia del Papa, per la sua sofferenza mescolata alla responsabilità di non lasciare la sua missione terrena. Questo articolo finì nella pagina dell’Osservatore Romano dove solitamente venivano pubblicati gli interventi del Papa. Questo mi ha toccato profondamente, mi è sembrato doveroso dedicare a Giovanni Paolo II una canzone”.
Il brano “Stai bene lì”, dedicato invece all’America, recita così: “Stai bene lì, così lontana tra luci e opulenza sei ieratica”. Renato Zero spiega che non è un vero attacco agli Stati Uniti, ma una presa di distanza: “E’ solo un modo per dire che meglio che stia lì. Gli americani vogliono imporci la loro filosofia... Ma cosa vogliono insegnarci? Noi abbiamo alle spalle secoli e secoli di cultura! E poi in un hotel negli Stati Uniti mi hanno pure rubato 25 mila euro dalla cassetta di sicurezza”.
Nella canzone “Immi Ruah” (che vuol dire spirito divino in lingua ebraica) torna un tema caro a Renato Zero, il rispetto per le religioni, la tolleranza. “Infatti nel testo c’è questa frase: siamo tutti sotto questo cielo. Ed è così, è un inno di pace. Poi io mi sento molto vicino agli ebrei, mia nonna Renata mi raccontava di aver nascosto ebrei nella sua casa durante la guerra. Penso che Roma e il popolo ebraico abbiano grandi affinità”.
Su Sanremo e sui continui inviti a partecipare al festival da parte del prossimo presentatore, Giorgio Panariello, tra l’altro amico di Renato Zero, la risposta non tarda a giungere: “Di solito sono proprio gli amici che ti scoraggiano. Uno se le deve sentire, certe cose. E io ora non le sento, ma neanche come ospite: sarebbe una forzatura”. Non come il Live 8 di Roma, a cui ha creduto e partecipato (nonostante i problemi con la liberatoria per lo sfruttamento delle esibizioni degli artisti italiani). “Sia chiaro, io sono d’accordo, solo che noi artisti abbiamo presentato una clausola, abbiamo chiesto di avere il diritto di fare dei tagli nel caso un’esibizione non fosse qualitativamente buona dal punto di vista tecnico. Vi sembra giusto che Laura Pausini faccia mettere nel DVD una parte della sua performance in cui si sentono i fischi del microfono?”. In ultimo, un bilancio dei 55 anni di Renato Zero: “Posso solo dire che ho vissuto intensamente, non esistono cose che non rifarei. Io ho sempre creduto al mio istinto, è nel mio DNA. L’invito che faccio a tutti è di non mollare mai. E lasciare sempre una porta aperta a tutti”.
 
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