La riunione con il capo che lo fa arrivare tardi a casa, l’incontro di calcetto della domenica pomeriggio, e ancora quella trasferta di lavoro tanto sospetta durante il fine settimana: sarà la pura verità o sono scuse che lui si inventa per coprire qualche scappatella? Senza bisogno di ricorrere all’investigatore privato, si può smascherare l’intento truffaldino del partner attraverso alcuni segni rivela-bugie, imparando le tecniche elaborate da psicologi e ricercatori universitari.
Come riferisce il settimanale Grazia, i segni che devono far pensare a una “bugia in corso” sono quattro: il respiro accelerato, il battito cardiaco più veloce, la diminuzione della gesticolazione, la dilatazione delle pupille accompagnata da uno sguardo che tende a spostarsi altrove. Parola di Marco Pacori, perito del Tribunale di Gorizia e psicologo specializzato nella comunicazione non verbale. Secondo l’esperto, infatti, è molto più facile mentire con le parole che con il corpo: le espressioni del viso, i movimenti involontari e i cambiamenti della voce sono segnali spia che tendono a rivelare se la storia che lui propina alla sua partner è inventata. E questi indizi di colpevolezza possono essere letti con facilità: basta un po’ di allenamento. L'idea di base è che le bugie lasciano inevitabilmente un'impronta e cambiano, anche se solo per un lasso di tempo brevissimo, la struttura del corpo.
''Tutti lanciano segnali involontari, anche chi impara a controllarsi non riesce a frenare certi comportamenti” afferma Pacori. “Chi è impegnato a raccontare una frottola di solito non si muove e distoglie spesso lo sguardo dal suo interlocutore''. Insomma, interpretare il linguaggio del corpo non è sempre facile, ma è un’arte che si può imparare. Sul linguaggio corporeo ci sono corsi, libri, e ora anche un sistema che classifica i movimenti del volto e li associa alle emozioni. Si tratta di un metodo chiamato Facs, Facial action coding system (sistema di codificazione delle azioni facciali), inventato da Paul Ekman, psicologo dell'università della California. Il metodo è basato sul presupposto che ogni volto può fare 46 movimenti, i quali creano a loro volta 11mila micro-espressioni, spia infallibile della veridicità o della falsità delle affermazioni di una persona.
Ekman ha condensato le sue osservazioni in cinque regole pratiche per smascherare il bugiardo. Primo e fondamentale presupposto è il fatto di conoscere bene la persona e i suoi comportamenti per notare la differenza. Poi è indispensabile metterla a proprio agio. La regola numero tre consiste nel farsi raccontare tutti i particolari della storia, e (punto quattro) non lasciarsi sfuggire l’eventuale presenza di atteggiamenti inconsueti. L'ultimo accorgimento consistere nel lasciare sempre una via d'uscita, perché il presunto “Pinocchio” confessi spontaneamente.
Resta da osservare che tutte queste regole non funzionano in presenza di un “mentitore professionista” ossia se il bugiardo è molto esperto. In mancanza del contatto visivo, poi, come avviene per esempio nel caso di una conversazione telefonica, mentire è più facile. Numerose ricerche, infatti, hanno dimostrato che il telefono è un mezzo di comunicazione con il quale si mente con più frequenza, mentre secondo uno studio della Cornell University di New York, la posta elettronica tende a rendere più propensi a dire la verità.
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sperando di non leggerti 