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| Quelle mani che disegnano storie nell’aria e chiedono audio…
Sono le stesse che nervosamente coreografavano le notti di zerofobia…di Zerolandia…
Quelle mani sono ispirate dalla stessa poesia..come quello sguardo
Ironico
Sfacciato
Impudente
Innamorato
Stravolto
Timido
Disincantato
..da Artista.
E attraverso quelle mani ci godiamo telecamere ad indugiare su chitarre suonate con ditale…l’uccellino di Immi Ruah travestito da Zero…le sue rotondità tenere esposte all’impietoso obiettivo..
Il quadro di Fermoposta che con il suo ammicare a svelare un intimo di pizzi vale tutto lo spettacolo..
L’esempio che colloquia con noi che ci siamo da sempre …uno per uno..
L’Ormai nostalgico di Periferia…la constatazione che E’ AMORE di Più su che mi strugge…
I rotoli di note di D’aria e di musica…il Bogart tecnologico di La vita è un Dono e gli arrangiamenti di Sogni di latta..
Musica e musicanti da leccarsi i baffi…Harris che saltella sul suo sgabello e si inerpica sulla tastiera come un esperto rocciatore..
..quelle mani roteano…salutano il pubblico, adesso come allora….
In queste notti prima di Natale…
Grazie Renato..
Che bella malattia la Zerofollia.!
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